
TEATRO FUORI LUOGO. CALIPSO – UN VIAGGIO TRA ARCAICO E CONTEMPORANEO
di e con Caterina Stillitano.
Musiche originali Francesco Stillitano.
Voce maschile Gerardo Malandrino.
Questo spettacolo dalla natura itinerante nasce dalla volontà e dal desiderio di indagare le radici e le
origini arcaiche della nostra cultura, attraverso l’Arte. Secondo alcuni studi, di fronte alla costa della
Calabria Ionica si trovava l’isola di Ogigia su cui approdò Ulisse e che fu dimora di Calipso dal capo
“rizzuto”, la Ninfa condannata alla solitudine che trattenne a sé Ulisse per molti anni, per amore.
In lei che, in quanto Ninfa, vive uno stretto rapporto con la natura e di un vivere appartata, coesistono
l’Arte Tessile (come per Penelope), considerata un’attività lodevole per una donna, e il Canto che è,
invece, un elemento “trasgressivo”, “seduttivo” e “selvaggio”, un elemento incantatorio.
Calipso è simbolo di un femminile destinato all’infelicità: amante instancabile che, per sette lunghi
anni, continua ad amare un uomo, nonostante i suoi rifiuti, e che “…a forza lo trattiene” e lamenta
l’ingiusto maschilismo degli dei per i quali sono consentite le unioni con le donne, mentre alle dee
non è consentito di unirsi agli uomini mortali. Questo viaggio tra l’Arcaico e il Contemporaneo ci
offre una riflessione sul rapporto tra Scrittura e Oralità, sulla dimensione del Tempo e dello Spazio,
sul senso dell’immortalità (quella stessa immortalità che la Ninfa offre invano al suo amato), e sul
Corpo/Involucro: quel confine che ci delimita e ci racchiude, la nostra corazza e la nostra prigione.
Lo spettacolo intende ripercorrere il legame tra l’Arcaico e il Contemporaneo attraverso la relazione
tra il corpo dell’artista, il luogo, gli oggetti e i costumi “materici”.
CATERINA STILLITANO, artista visiva, scenografa, costumista e performer. Ha studiato Scenografia
presso l’Accademia delle Belle Arti di Roma. La sua ricerca indaga il rapporto tra Materia, Luce e Corpo e il
suo lavoro tende ad esplorare questo incontro, che si esprime attraverso la creazione di oggetti e di Costumi
Scultura così chiamati perché sono rigidi come delle corazze, degli involucri: sono delle “Sculture che si
indossano”. Ha lavorato in diversi spettacoli in qualità di scenografa, costumista, performer e regista. Ha
partecipato a festival internazionali. Ha condotto laboratori presso l’Università degli Studi di Roma La
Sapienza. È autrice dei libri Dal mito iperboreo all’uomo abbandonato e Le mie mani magiche.